EL RETABLO DE MAESE PEDRO di Manuel de Falla - DON CHISCIOTTE di Giovanni Battista Martini
EL RETABLO DE MAESE PEDRO di Manuel de Falla - DON CHISCIOTTE di Giovanni Battista Martini sono andati in scena il 13 e 14 Luglio 2025 nel Cortile del Melograno di Modena
E' andato in scena nel Cortile del Melograno di Modena due Opere EL RETABLO DE MAESE PEDRO di Manuel de Falla e DON CHISCIOTTE di Giovanni Battista Martini a cura del Teatro Pavarotti Freni di Modena
Video e foto
Riportiamo i video della realizzazione del trucco e alcune foto scattate dietro le quinte di questo allestimento.
La realizzazione del trucco di Tamon Inaue per Don Chisciotte in EL RETABLO DE MAESE PEDRO di Manuel de Falla
La realizzazione del trucco di Joaquín Cangemi per Maese Pedro e Don Chisciotte per le rispettive Opere.
La realizzazione del trucco di Antonia Salzano per il ruolo di Nerina nell'Opera Don Chisciotte.
Il trucco di Isabella Gilli per EL RETABLO DE MAESE PEDRO
Il trucco di Bianca Ferretti per le Opere EL RETABLO DE MAESE PEDRO e DON CHISCIOTTE
Il trucco di Luca Catarinella per le Opere EL RETABLO DE MAESE PEDRO e DON CHISCIOTTE
Foto
Nella Spagna del 1600, un uomo affascinato dai racconti epici cavallereschi, grazie alla sua fervida immaginazione crede di essere il Cavaliere errante: Don Chisciotte. Prendendo come punto di partenza il romanzo di Cervantes, i due intermezzi, composti rispettivamente nel 1923 da Manuel de Falla e nel 1746 da Giovanni Battista Martini, raffigurano musicalmente uno tra i più celebrati personaggi della letteratura di tutti i tempi.
El retablo de maese Pedro di De Falla è andato in scena a Modena con le marionette di Carlo Colla e figli; la storica compagnia è erede di una delle più importanti tradizioni marionettistiche del teatro italiano ed è particolarmente nota per la rappresentazione del repertorio operistico. Fra le tantissime produzioni liriche si ricorda quella nel 1984 per un Viaggio a Reims al Rossini Opera Festival con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Luca Ronconi, rappresentata in seguito anche al Teatro alla Scala di Milano e alla Wiener Staatsoper.
La direzione musicale dei due intermezzi è stata affidata Hirofumi Yoshida, direttore musicale della Filarmonica del Teatro Comunale di Modena, più volte applaudito dal pubblico modenese. Ha firmato la regia Tony Contartese, attore e regista conosciuto a Modena per la tante produzioni di STED e già applaudito al Teatro Comunale con progetti dell’Altro Suono come Rock all’Opera e opere per ragazzi come Viaggi siderali… con Wiki.
El retablo de maese Pedro
Manuel de Falla
Don Chisciotte Tamon Inoue
Maese Pedro Joaquín Cangemi
El trujamàn Isabella Gilli
Mimi Bianca Ferretti, Luca Catarinella
Marionette della Compagnia Carlo Colla e figli:
Carlo Magno
Don Gayferos
Don Roldàn
Melisendra
El Rey Marsilio
El moro enamorado
Don Chisciotte
Giovanni Battista Martini
Don Chisciotte Joaquín Cangemi
Nerina Antonia Salzano
Mimi Bianca Ferretti, Luca Catarinella
Hirofumi Yoshida direttore
Tony Contartese regia e concezione scenica
Andrea Ricci luci
Filarmonica del Teatro di Modena
Parrucche e trucco Gherardo Filistrucchi
Maestro collaboratore Alberto Rinaldi
Maestro ai sovrattitoli Eriva Apparuti
Costumi Arte Scenica di Stefano Giroli
Calzature Pompei
Attrezzeria Teatro Comunale di Modena
Sinossi "El retablo de maese Pedro"
L'opera vede come protagonista il proprietario di un teatrino ambulante per marionette, Maese Pedro appunto. Quel giorno va di scena la storia di Melisendra, figlia putativa di Carlo Magno e sposa di don Galifero, la quale venne rapita dal sultano di Saragozza. Don Galifero, spronato dal suocero a recuperare la moglie, parte alla volta di Saragozza e riesce a liberarla; subito i soldati arabi di Saragozza si lanciano alla rincorsa dei due sposi che fuggono, ma ecco che dal pubblico si alza un cavaliere, che già precedentemente borbottava ritenendo che il presentatore la facesse troppo lunga, e si lancia con la sua spada contro le marionette saracene, a difesa dei due, distruggendo in pochi colpi tutto il teatrino di Maese Pedro. Si scopre poco dopo che questo cavaliere altri non è che Don Chisciotte in persona che, come al solito, aveva scambiato la finzione con la realtà credendo le due marionette in reale pericolo; così, mentre Maese Pedro si dispera per il suo teatro andato in pezzi, Don Chisciotte addirittura confonde la marionetta di Melisendra con la sua Dulcinea e le canta lodi d'amore, fino ad ergersi sul teatrino sfasciato inneggiando alla virtù dell'errante cavalleria.
Dal programma di sala di questo allestimento:
EL RETABLO DE MAESE PEDRO di Manuel de Falla
Composto tra il 1919 è il 1923 è una delle opere più affascinanti singolari di Manuel de Falla. Si tratta di un'opera da camera in un atto ispirato ad un episodio tratto dal Don Chisciotte della mancia di Miguel de Cervantes, precisamente dal capitolo ventiseiesimo della seconda parte. De Falla fu profondamente attratto dalla spiritualità e dalla simbologia della cultura spagnola e in questa partitura fonde il teatro di marionette con la raffinatezza della musica contemporanea, creando un'opera di grande modernità e al tempo stesso radicata nella tradizione. Il libretto, scritto dallo stesso de Falla, riprende il testo cervantino quasi letteralmente. La vicenda ruota intorno allo spettacolo di marionette presentato dal burattinaio maestro Pedro, durante il quale Don Chisciotte, incapace di distinguere tra realtà e finzione, interviene per salvare la fanciulla rappresentata sulla scena. Questo episodio offre a De falla l'opportunità di giocare sul piano metateatrale : uno spettacolo dentro lo spettacolo, con personaggi umani che interagiscono con le marionette. L'organico orchestrale è ridotto ma assai ricco timbricamente: clavicembalo flauto, oboi, corni, fagotto, clarinetto, tromba, archi e percussioni. Il tutto in un'insieme che richiama il suono secco e preciso della musica antica. In particolare, l'uso del clavicembalo richiama la Spagna rinascimentale e barocca, suggerendo una continuità storica e culturale tra la musica e il testo. Questo uso della sonorità antiche si ricollega anche al neoclassicismo musicale del primo Novecdento, un movimento che De Falla fece proprio con grande originalità. La vocalità e densa di ritmo e articolazione simbolica. Don Chisciotte è affidato alla voce di baritono, mentre maese Pedro è un tenore e il giovane narratore è tradizionalmente interpretato da un soprano o da un contralto. Il ruolo del Trujamàn è particolarmente significativo: funge da mediatore tra le marionette e il pubblico. La sua scrittura vocale esige grande precisione ritmica, contribuendo a delineare il carattere favolistico è incantato dell'opera. L'opera venne rappresentata per la prima volta nel 1923 a Siviglia in forma privata, con una produzione che includeva marionette costruite da Ermenegildo Lanz. Il successo fu tale che la prima pubblica, avvenuta a Parigi nel 1923 sotto la direzione di Wladimir Golshmann, consacrò l'opera come uno dei capolavori del teatro musicale del primo Novecento. Igor Stravinsky, Amico e ammiratore di de falla, fu profondamente colpito dall'opera, riconoscendole la raffinatezza e l'inventiva. La prima italiana dell'opera si tenne a Venezia, diretta dal compositore e con i burattini della compagnia Carlo colla e figli, la stessa che ha partecipato a questa nuova produzione del teatro comunale di Modena. Di palla riesce a creare un'opera di grande sintesi culturale: letteraria, musicale seda e visiva. Con quest'opera non solo omaggia Cervantes, ma rievoca la Spagna per occa con mezzi moderni virgola in un dialogo costante tra passato e presente in realtà e finzione
DON CHISCIOTTE di Giovanni Battista Martini
Giovan Battista Martini, conosciuto anche come padre Martini, fu una delle figure più autorevoli della musica italiana del XVIII secolo. Frate francescano, maestro di cappella a Bologna e teorico di fama internazionale, fu anche un influente pedagogo. Tra i suoi allievi figurano Johann Christian Bach, Gluck e persino un giovane Mozart. Sebbene le sue fama sia principalmente legata alla didattica e alla teoria musicale, Martini fu anche un compositore prolifico. Tra le sue opere minori si colloca l'intermezzo comico Don Chisciotte, una breve opera buffa che come lavoro di de Falla, si ispira al Cervantes, se bene con spirito intenti completamente differenti. Probabilmente l’Opera fu composto intorno al 1760 e recentemente scoperta grazie a ricerche musicologiche condotte sulla collezione bolognese del Museo della musica. L'opera di Martini rappresenta una trasposizione comica e parodistica dei personaggi cervantin. A differenza di de Falla Martini non adotta un approccio metateatrale o simbolico: Don Chisciotte è un divertimento musicale che riduce le ambizioni filosofiche del romanzo ha un canovaccio farsesco, in linea con la tradizione dell'intermezzo napoletano settecentesco. L'organico musicale è tipico delle piccole opere del tempo archi e basso continuo con voci soliste caratterizzate del recitativi secchi alternati ad aree daccapo i personaggi principali, Don Chisciotte e Sancho Panza, sono trattati come maschere comiche: il primo è un baritono, poi tenore, dal fraseggio declamato e grottesco, mentre il secondo è interpretato da un Mimmo che funge da spalla comica. La parte di Nerina è affidata a mezzo soprano. Stilisticamente l'opera si inserisce nella scia dell'opera comica italiana. Influenzata da Pergolesi eLeo con una particolare attenzione per le per la chiarezza formale e l'economia dei mezzi. L'umorismo deriva spesso dal contrasto tra il linguaggio nobile del Cavaliere e la realtà banale in cui si muove. Questa scelta riflette anche una precisa visione illuminista: il ridicolo dell'ideale cavalleresco viene smascherata attraverso la musica il teatro, strumenti educativi oltre che di intrattenimento. Nonostante la semplicità della scrittura, Don Chisciotte presenta momenti di sottile ironia musicale, come l'uso di trilli appoggiature esasperate per sottolineare la follia del protagonista o la brusca interruzioni di frasi melodiche per suggerire colpi di realtà che lo riportano alla condizione di povero hidalgo. L'opera non ebbe una diffusione ampia all'epoca ma il rappresenta oggi un'interessante testimonianza della ricezione serpentina del 700 musicale italiano. Il manoscritto conservato a Bologna è stato oggetto di recente trascrizione e studio critico che ne ha evidenziato il valore non solo musicale ma anche culturale: uno specchio delle tensioni tra razionalismo e tradizione, tra comicità e riflessioni murale.














