MEFISTOFELE per la regia del M° Enrico Stinchelli sarà in scena al Teatro Pavarotti-Freni di Modena il 07 e 09 Ottobre 2022. Trucco e parrucche Filistrucchi

MEFISTOFELE per la regia del M° Enrico Stinchelli andrà in scena al Teatro Pavarotti-Freni di Modena il 07 e 09 Ottobre 2022. Trucco e parrucche Filistrucchi

Andrà in scena il 07 e 09 Ottobre 2022 al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, MEFISTOFELE  per la regia del Maestro Enrico Stinchelli.

Mefistofele fu rappresentata a Modena l’ultima volta nella stagione 1956/57, con una giovanissima Mirella Freni nel ruolo di Margherita. L’opera viene proposta in una nuova produzione e in un allestimento curato da Enrico Stinchelli che conserva l’ambientazione originale del libretto.

Dopo aver realizzato il trucco delle scorse due edizioni di DolceAmaro, grazie al Teatro Pavarotti-Freni, la Bottega è lieta di continuare la collaborazione con il M° Enrico Stinchelli per la realizzazione delle parrucche e il trucco di questa nuova ripresa di Mefistofele.

Mefistofele verrà replicato al Teatro Comunale di Piacenza il 14 e 16 Ottobre 2022

Invito all’Opera

In collaborazione con Amici dei Teatri Modenesi
Ridotto del Teatro Via Goldoni 1 Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Giovedì 6 Ottobre 2022 ore 18,00
Incontro con M° Enrico Stinchelli

Foto

Ecco alcune foto scattate in occasione del trucco per le riprese video utili alla messa in scena dello spettacolo in scena a Modena e a Piacenza.

MEFISTOFELE

Opera in un prologo, quattro atti e un epilogo, su musica e libretto di Arrigo Boito tratto dal Faust di Goethe

Mefistofele Simon Lim

Faust Antonio Poli

Margherita/Elena Marta Mari

Marta Eleonora Filipponi

Wagner Paolo Lardizzone

Pantalis Shay Bloch

Nerèo Vincenzo Tremante

Direttore M° Francesco Pasqualetti

Regia M° Enrico Stinchelli

Parrucche e trucco Filistrucchi, Gherardo Filistrucchi (capo trucco e coordinatore), Valentina Giannettoni, Sofia Righi, Greta Shivtz, Francesca Zingaro

Videomaker e light designer Angelo Sgalambro
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro Lirico di Modena
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del coro Corrado Casati
Voci bianche del Teatro Comunale di Modena
Maestro del coro Paolo Gattolin
Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza
Riallestimento con elementi scenici della Fondazione Teatro di Pisa.

Note di Regia

Riportiamo qui sotto le note di regia del M° Enrico Stinchelli:

“Come istrïon, su cupida plebe di rischio ingorda, fa pompa d’equilibrio sovra una tesa corda, Tale è l’ uman , librato fra un sogno di peccato e un sogno di virtù.” Così Arrigo Boito chiude la sua poesia “Dualismo” , considerata il manifesto della Scapigliatura , il gruppo artistico nato verso la metà dell’Ottocento negli ambienti della Milano colta.
Questa è la vita, dice Boito: vita che non ha senso, lunga o breve che possa essere, caratterizzata dall’alternarsi di gioia e dolore. Come un abile trapezista l’uomo sfoggia le sue capacità acrobatiche su una corda sospesa nel vuoto, per divertire la folla curiosa e morbosa, e resta sospeso perennemente tra peccato e virtù.
Boito condensò nel Mefistofele il suo credo artistico, direi proprio la sua filosofia di vita, il suo pensiero e, aggiungo, la prima contestata versione del suo capolavoro , interminabile e delirante, è proprio quella che meglio rappresenta e identifica la forza del suo estro creativo.
Uomo colto, fine intellettuale, rara intelligenza, Boito dovette subire l’umiliazione di assistere alla Scala , nel 1868, al fiasco solenne del Mefistofele prima versione, di cui conserviamo oggi il libretto e non più la musica, poiché lo stesso autore fu costretto a rifare tutto nel 1875 per la ripresa bolognese che segnò, per contro, l’inizio d’una ascesa trionfale. I rifacimenti sono dettati da tanti fattori: l’editore che preme per snellire l’opera, il pubblico che respinge l’ondata del primo intuito creativo, i ripensamenti del musicista a fronte dell’insuccesso ma resta il fatto che la spontaneità e la potenza del primo progetto un pò si perde, ed è un peccato , perché il senso del monumentale , del grandioso e dell’ eccessivo è esattamente quello che in Boito dovrebbe essere preservato , come una sacra reliquia. “L’unica cosa al mondo di cui non avremo mai abbastanza è l’esagerazione” , diceva Salvador Dalì.
Certo, la prima edizione del Mefistofele non aveva risparmiato nulla, elaborando una galleria di personaggi inediti: oltre ai protagonisti principali ( Mefistofele, Faust, Margherita, Marta, Wagner, Elena, Nereo, Pantalis) abbiamo l’Astrologo, l’Araldo , il Mendicante, l’Imperatore, l’Orca Lilith, Paride, persino l’ineffabile Folletto di nome Zig-Zag , gratificato d’una arietta che dice “ Zig- Zag, Zig-Zag l’incerto volar, Zig-Zag ,Zig-Zag non so raddrizzar” . Perle letterarie che ritroviamo nel canto di Lilith (donna-demone di origine mesopotamica ): “ Largo largo alla moglie dell’Orco, che galoppa a cavallo d’un porco”. Mefistofele cantava nel Sabba Classico un’altra aria :“ Chi è quell’uomo a ogni uomo diletto? Chi è quell’uomo da ogni uomo reietto?” E , sempre nel Sabba Classico diventava centrale la figura dell’Imperatore per il rapimento di Elena, una messa in scena ordita per intrattenere Faust e Mefistofele, qui in veste di giullare. Non basta: il quinto atto, preceduto da un Intermezzo sinfonico a sipario chiuso, presentava una scena di Battaglia, con cannonate previste in partitura e con Faust e Mefistofele in abiti militari schierati contro le truppe celesti, angeli contro demoni. Boito ebbe il suo bel da fare per ridurre tutto e riconsegnare la partitura come oggi la conosciamo.
“Nel Prologo in cielo vedi il Sublime, nella Notte del Sabba romantico vedi l’Orrido, nella Domenica di Pasqua vedi il Reale, nella Notte del Sabba classico vedi il Bello. Cielo, Terra, Eliso: eccoti il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest del poema Goethiano; esauriscimi ciò se nei sei capace.” (A.Boito)
Mi ha sempre colpito una cosa di Mefistofele: opera adorata dal pubblico , detestata o snobbata dai critici musicali alcuni dei quali non esitano a definirla “un baraccone”. Naturalmente io sono schierato dalla parte del pubblico , che poi è sempre l’unico vero destinatario di un’opera d’Arte. Staremmo freschi se a Teatro fossero presenti i soli critici. Certo, come ho spiegato prima la versione riveduta e corretta di Boito ha un pò inficiato la coerenza e la continuità del lavoro, frammentando la vicenda e creando , scena dopo scena, dei momenti di grande impatto musicale ma non perfettamente amalgamati. Da un certo punto di vista questa nuova “sceneggiatura” aiuta il regista : Faust e Mefistofele compiono il loro viaggio nello spazio e nel tempo come in un film di fantascienza , passando indifferentemente dalla festa di Francoforte al giardino, al Sabba infernale, esattamente come Boito compì il suo viaggio studiando a fondo il complesso Faust di Goethe, che adorava fin dai tempi del suo diploma in Conservatorio.
Nel Mefistofele bisogna crederci e se ci si abbandona al viaggio alla fine non ci si pente: musica coinvolgente e di felicissima fattura, scene immaginifiche e varie, tra le più efficaci che possa annoverare il Melodramma. Boito non è Berlioz, non è Verdi, non è Wagner ma possiede il fuoco creativo di questi inarrivabili modelli: la potenza evocativa del Coro “Ave Signor”, fenomenale e commovente nella sua semplicità di scrittura, le dichiarazioni d’amore a Margherita e a Elena di Faust, tra le più belle mai scritte nella loro straordinaria brevità. In fondo le avventure di Faust e Mefistofele sono come un film fantasy: tanti effetti speciali ma mai una lungaggine o sacche di noia, piuttosto una grande capacità sintetica e un afflato melodico che resta scolpito nella mente. Non è affatto un caso che Mefistofele, in tutti i suoi ruoli principali, sia stato affrontato in sede discografica da Artisti stellari: dal basso Nazzareno De Angelis a Giulio Neri, Cesare Siepi, Nicolai Ghiaurov , Samuel Ramey, da tenori come Mario Del Monaco, Carlo Bergonzi, Alfredo Kraus, Luciano Pavarotti, da soprani quali Renata Tebaldi, Raina Kabaivanska, Magda Olivero, Montserrat Caballé, tutti in grado di consegnare ai posteri interpretazioni memorabili, alcune delle quali insuperate.
Per chiudere una parola sull’impostazione registica del Mefistofele cui assisterete. Ho scelto , come mia abitudine, la strada del rispetto per l’Opera e per il suo Autore, cercando di non stravolgere il contesto in cui l’azione si svolge: i luoghi soprattutto ma impegnando lo staff creativo sul gioco di luci e proiezioni dinamiche, la tecnologia al servizio della tradizione. Ho sempre pensato che la Musica sia la guida, il percorso obbligato non solo per un direttore d’orchestra ma per il regista in primis. Nel Mefistofele il regista è Boito: è Lui che indica con assoluta precisione lo svolgimento drammatico delle scene oltre che il carattere dei personaggi. E’ Boito che crea il fuoco, l’acqua, le montagne (“gli spaventosi culmini del Bròken, il Monte delle Streghe”) ma è sempre Lui che delinea la psicologia dei protagonisti, in modo chiarissimo e definito nei particolari. Le donne, per esempio, Margherita ed Elena, così diverse (l’una incarna l’amore puro, romantico, l’altra è la classica Dea, la “femme fatale”) anche nella vocalità. Faust , prima prossimo alla morte, vecchio e curvo sui suoi libri, poi ringiovanito dal pactum sceleris , in fondo cinico e sleale (quando usa il Vangelo come baluardo alle bramosie di Satana abbondantemente DOPO aver goduto dei diabolici servigi). Il Prologo l’ho immaginato come una vera e propria Creazione, sette volte squillano le trombe divine e sette sono i giorni in cui Dio realizzò il Creato (sei, il settimo si riposò) . Sull’”Ave Signor” ho immaginato la nascita di Adamo ed Eva e dalla stessa argilla, come un immondo verme nato dal fango , sorge Mefistofele, metà Angelo metà Demone , pronto a sfidare l’impossibile. Infastidito dai bambini, gli esseri più puri e fragili, sarà ucciso proprio dai bambini che tanto temeva. Vedremo la Festa di Francoforte, la kermesse che precede la scena del patto, vedremo il volo sul mantello fatato del Diavolo, vedremo il giardino delle delizie con Marta, Margherita e i due compagni di merenda, vedremo il Sabba Infernale concepito come un grande, cruento rito satanico , in cui il Mondo viene sbeffeggiato attraverso i suoi eterni e inevitabili mali (le guerre, gli olocausti, i virus contagiosi) , vedremo il carcere orrendo di Margherita e la sua straordinaria morte e trasfigurazione, vedremo il Sabba Classico con la rievocazione della distruzione di Troia, vedremo la luce degli Angeli apparire nel gran finale, per il Trionfo del Bene sul Male che pur lascia a tutti qualche dubbio, mentre Mefistofele grida a squarciagola “Trionfa il Signor ma il reprobo fischia!”. Qualcuno finirà certo per fare il tifo per il cattivo, come capita spesso nella vita.

Truccare, imparruccare e acconciare in sicurezza

Anche per questo allestimento scenico il nostro intervento di trucco sarà svolto in sicurezza secondo i protocolli anti covid della bottega dei quali già vi abbiamo parlato in questo articolo.

MEFISTOFELE per la regia del M° Enrico Stinchelli sarà in scena al Teatro Pavarotti-Freni di Modena il 07 e 09 Ottobre 2022. Trucco e parrucche Filistrucchi ultima modifica: 2022-09-29T13:31:19+02:00 da Gherardo Filistrucchi Parrucche e Trucco