ELISIR D’AMORE è andato in scena al Teatro Pavarotti Freni. regia Stefania Panighini. Trucco e acconciature Equipe Filistrucchi

ELISIR D’AMORE è andato in scena al Teatro Pavarotti Freni. regia Stefania Panighini. Trucco e acconciature Equipe Filistrucchi

ELISIR D’AMORE per la regia del M° Stefania Panighini è andato in scena al Teatro Pavarotti-Freni di Modena lo scorso Venerdì 22 Settembre e Domenica 24 Settembre 2023. L’Opera è stata diretta dal M° Antonello Allemandi con i costumi del M° Artemio Cabassi.

L’equipe Filistrucchi si è occupata del trucco e dell’acconciature: Gherardo Filistrucchi (Capo trucco), Geanina Anca Dragan, Dariya Sergiivna Lyubchenko, Sofia Righi, Greta Shivitz, Francesca Zingaro

Una collaborazione che si rinnova

Si rinnova la collaborazione della bottega con il Teatro Pavarotti Freni e con il loro fantastico staff e questo ci rende molto felici.
Siamo molto contenti inoltre di aver collaborato nuovamente col M° Stefania Panighini e M° Artemio Cabassi per una nuova messa in scena come questo nuovo allestimento di Elisir D’Amore. La bottega si è messa a disposizione per il trucco, le acconciature del cast e di tutto il coro.

L’Opera è una nuova produzione il cui allestimento è andato in scena all’Opera Giocosa di Savona lo scorso Luglio.

Alcune foto

Qui sotto riportiamo alcune foto scattate nei camerini o in scena durante le varie prove, la prima e la seconda rappresentazione tenutasi appunto al Teatro Pavarotti Freni di Modena.

ELISIR D’AMORE

Musiche Gaetano di Donizetti su libretto di Felice Romani

Nemorino Giuseppe Infantino
Adina Tamar Otanadze
Belcore Antimo Dell’Omo
Dulcamara Simone Alberghini
Giannetta Maria Smirnova

Direttore M° Antonello Allemandi
Regia e idea scenica M° Stefania Panighini
Costumi M° Artemio Cabassi
Direttore di scena Federico Bartolani
Trucco e acconciature Equipe Filistrucchi: Gherardo Filistrucchi (Capo trucco), Geanina Anca Dragan, Dariya Sergiivna Lyubchenko, Sofia Righi, Greta Shivitz, Francesca Zingaro
Luci Andrea Tocchio
Creazione video Mattia Bena
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro Lirico di Modena
Maestro del Coro M° Mirca Rosciani
Coordinamento e realizzazione dei movimenti mimici STED
Coproduzione Teatro dell’Opera Giocosa di Savona
Maestri collaboratori Linda Piana, Nicola Fratti
Maestro alle luci Mario Zen
Responsabile allestimenti e palcoscenico Gianmaria Inzani
Tecnici macchinisti Catia Barbaresi (capo macchinista), Jacopo Bassoli, Alessandro Gobbi, Paolo Felicetti, Filippo Parmeggiani, Bianca Bonora (aiuto macchinista)
Tecnici elettricisti Andrea Ricci (capo elettricista) Mauro Permunian, Daniele Giampieretti,
Alessandro De Ciantis, Raffaele Biasco, Chiara Atti
Tecnici fonici Giulio Antognini
Attrezzeria Lucia Vella
Sartoria Federica Serra, Renata Orsi, Boutaina Moutharam (aiuto sartoria)
Scene Fondazione Teatro Comunale di Modena,
Teatro dell’Opera Giocosa di Savona
Attrezzeria Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, E. Rancati s.r.l.
Costumi Fondazione Teatro Comunale di Modena,
Teatro dell’Opera Giocosa di Savona
Calzature Epoca Milano
Sopratitoli Enrica Apparuti

Coro Lirico di Modena

Soprani Annalisa Ferrarini, Beatrice Ghezzi, Marisa Intravaia, Francesca Nascetti, Ambra Gattamorta, Hayoung Yoo, Alejandra Meza Delgado, Eleonora Nota, Eva Grossi
Mezzosoprani Barbara Chiriacò, Antonella Bronzato, Elisa Pellacani
Contralti Sezen Gumustekin, Lucia Paffi,Maria Pacheco Quintero, Donatella Vigato
Tenori primi Carlo Bellingeri, Guo Yiying, Nicola Di Filippo,Marco Guidorizzi, Giorgio D’Andreis
Tenori secondi Lorenzo Carazzato, Francesco Negrelli,Lorenzo Donato, Fabio Tamagnini
Baritoni Riccardo Ambrosi, Romano Franci, Nazario Pantaleo Gualano, Marcandrea Mingioni
Bassi Giovanni Bertoldi, Luca Marcheselli, Ohashi Naoki
Maestro del Coro M° Mirca Rosciani
Ispettore del Coro Pier Andrea Veneziani
Mimi Irene Martorella, Mia Russell, Julia Russell, Anita Macrì, Manila Borrelli, Eugenia Morselli, Andrea Cighetti, Giovanni Marchetti Vivoli, Giovanni Fontana, Giacomo Stallone

Banda
Ottavino Shehan Pereira
Clarinetto Giovanna Melis
Corno Simone Ricchi, Gianluca Pagliara
Tromba Marco Marri, Guglielmo Fedele
Trombone Giancarlo Galli
Tuba Gianluigi Paganelli
Percussioni Giacomo Fato

NOTE DI REGIA

L’opera è nata per innovare, per scaldare gli animi, per raccontare le battaglie. È stata il canto dei patrioti, di chi credeva nella libertà, poi a un certo punto ha smesso di parlare, l’abbiamo chiusa nei velluti e negli stucchi. Elisir lo sappiamo è una delle opere più famose del grande repertorio, è stata messa in scena in tutte le epoche, ma quello che ci interessa oggi è capire in che modo l’opera può tornare al suo valore originario, (se è possibile) in che modo ci può parlare ancora, e se può essere nuovamente spunto di riflessione o invece è ormai solo uno svago rassicurante.

Noi abbiamo voluto dare fiducia all’opera, siamo convinti che possa ancora dire cose profonde, importanti, che possa essere uno specchio dei nostri pregi e dei nostri difetti, che possa raccontarci le urgenze della vita contemporanea: siamo partiti dai giovani di oggi, quei ragazzi appena ventenni così determinati a cercare di salvare il loro futuro, abbiamo indagato i loro universi e poi vi abbiamo contrapposto quelli degli adulti.

I compromessi che a vent’anni non siamo disposti ad accettare, perché diventano accettabili a quaranta? Il cambiamento è un momento indispensabile della crescita, oppure si può vivere di ideali per sempre? Diciamo spesso che l’opera è universale, e in questo senso può offrirci delle risposte, può essere uno specchio illuminante per la nostra realtà, per capire come vorremmo che andassero le cose, per comprendere che non siamo soli, che il sentire difficile di questi anni, è una difficoltà comune che ci rende figli degli stessi ideali, qualsiasi età abbiamo.

I riferimenti visivi di questo Elisir spaziano dalla cerata gialla di Greta Thunberg, agli slogan della lotta femminista, dalle bandiere della pace al Gender Fluid, accostati in contrasto, o forse in modo complementare, ai social media, alle avventure spaziali di prossima generazione e alla conquista di nuovi mondi. Tutti pezzi di quel grande puzzle che è il mondo. Non ci sono i covoni come vedete, non ci sono nemmeno gli anni venti o gli anni cinquanta: ci siamo noi oggi, tutti insieme: potrebbe non essere del tutto rassicurante l’immagine riflessa che vedremo, ma siamo sicuri che le nuove generazioni, nuovi alberi di questo grande bosco, possano cambiare le sorti di un mondo vecchio e stanco.
Stefania Panighini

Sinossi
ATTO I

Un villaggio nei Paesi Baschi verso la fine del XVIII secolo. Nell’aia antistante la fattoria della ricca e capricciosa fittavola Adina, i mietitori si stanno riposando dopo il lavoro nei campi. Adina, seduta in disparte, legge la storia di Tristano e Isotta; la osserva perdutamente innamorato Nemorino, un contadino giovane, povero e timido. Su invito dei presenti, Adina legge ad alta voce come Tristano riuscì a far innamorare la bella Isotta con un filtro magico.

Improvvisamente si ode un rullo di tamburi: sopraggiunge Belcore, sergente della guarnigione di stanza nel villaggio, alla ricerca di soldati per il suo reggimento; con spavalda sicurezza, corteggia Adina proponendole il matrimonio. Ella, per suo conto, si preoccupa solo di far capire a Nemorino quanto il proprio cuore sia volubile e incostante. Il suono di una tromba annuncia l’arrivo del dottor Dulcamara, un ciarlatano che enumera a gran voce i propri poteri taumaturgici destando l’interesse degli ingenui contadini. Uno di essi, in particolare, è fortemente attratto dalle promesse di Dulcamara: è proprio Nemorino, che gli chiede se fra le sue miracolose pozioni abbia anche il magico elisir d’amore della regina Isotta. Intuitane l’ingenuità, Dulcamara gli rifila una bottiglia di Bordeaux al prezzo di uno zecchino (tutto ciò che Nemorino possiede) avvertendolo però che l’effetto desiderato sarebbe sopraggiunto solo ventiquattr’ore dopo la somministrazione: giusto il tempo necessario al ciarlatano per far fagotto e allontanarsi dal villaggio. Fiducioso nel potere magico appena conquistato, Nemorino inizia a sorseggiarne non piccole dosi, divenendo assai presto euforico e acquistando fiducia e sicurezza, al punto da mostrarsi indifferente ad Adina che, per il nuovo atteggiamento del già sospiroso e romantico spasimante, appare ora piuttosto sconcertata e stizzita. Tale è il desiderio di rivalsa della donna, che su due piedi ella decide di accettare la proposta matrimoniale di Belcore, proponendo che le nozze abbiano luogo la sera stessa (essendo prefissata per l’indomani la partenza del sergente). Nemorino, certo della virtù dell’elisir quanto ben consapevole della necessità di ventiquattr’ore perché abbia effetto, prega Adina di rimandare le nozze d’un giorno; ma quest’ultima lo deride e si avvia con Belcore, mentre lo smanioso Nemorino viene dileggiato da tutti i presenti.

ATTO II

Mentre nella fattoria fervono i preparativi per le nozze, Dulcamara e Adina intrattengono i presenti cantando una barcarola; giunge il notaio, col contratto nuziale da far sottoscrivere agli sposi, ma Adina dichiara di volerlo firmare solo la sera, in presenza di Nemorino, per celebrare così la propria vendetta. Per parte sua Nemorino è disperato: l’elisir non produce infatti ancora effetto; inoltre, avendo speso tutti i propri averi, egli non è in grado di acquistarne una nuova bottiglia. Sfruttando la situazione, e col non secondario proposito di toglierselo di torno, Belcore gli prospetta l’immediato guadagno di venti scudi arruolandosi come soldato. In verità, per Nemorino le ristrettezze economiche sono già finite, grazie alla ricca eredità lasciatagli da uno zio appena defunto.
Egli tuttavia non è ancora al corrente del luttuoso evento familiare, conosciuto invece dalle ragazze del villaggio grazie alla solerte contadina Giannetta: cosicché interpreta l’improvvisa attenzione delle giovani come l’effetto sicuro dell’elisir (fatto che sconcerta non poco lo stesso Dulcamara). Nemmeno Adina è a conoscenza del mutamento di fortuna intervenuto a favore di Nemorino e tradisce il suo affetto verso di lui mostrandosi gelosa; Dulcamara le racconta di aver venduto l’elisir a Nemorino, dal quale ella deduce d’esser riamata. La stessa consapevolezza matura anche in Nemorino che, mentre le ragazze lo corteggiavano, ha creduto di scorgere una lacrima sul viso di Adina.
È Adina stessa a riacquistare il contratto di arruolamento da Belcore, e a restituire con questo la libertà a Nemorino; ma sulla via alla felicità, che sembrerebbe ormai spianata, rimane ancora un ostacolo, quello dell’orgoglio. Sulle prime, infatti, Adina appare ancora riluttante e non confessa esplicitamente a Nemorino il proprio amore; è necessaria una scenata del giovane – pronto ad abbandonare tutto e a partir soldato di fronte al frettoloso e puntiglioso congedo di Adina – perché quest’ultima decida finalmente di aprire il proprio cuore. La gioia dei due innamorati è immensa, quanto lo scorno di Belcore. Dal canto suo, Dulcamara celebra con fierezza la straordinaria efficacia dell’elisir mentre, dulcis in fundo, Nemorino apprende di essere diventato l’uomo più ricco del villaggio.

ELISIR D’AMORE è andato in scena al Teatro Pavarotti Freni. regia Stefania Panighini. Trucco e acconciature Equipe Filistrucchi ultima modifica: 2023-09-26T12:35:38+02:00 da Gherardo Filistrucchi Parrucche e Trucco